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  • Itinerario nel Parco del Cilento e Vallo di Diano


    Il punto di forza che vorremmo far emergere presentando questo inconsueto itinerario è la ricchezza del patrimonio biologico-ambientale che nel Parco Nazionale del Cilento bene si integra con la costante ma armonica presenza di pregiati insediamenti umani. Nonostante il Cilento sia famoso più per le sue bellezze costiere che per i paesaggi dell'interno, abbiamo scelto di orientare il nostro itinerario su questo secondo scenario in modo da dare visibilità ad un territorio troppo spesso trascurato dai percorsi turistici.
    Il territorio del Parco Nazionale del Cilento si distribuisce su una superficie di 181.048 Ha e si estende tra la pianura del Fiume Sele a nord, il Vallo di Diano a est, il Golfo di Policastro a sud e il Mar Tirreno a ovest. La morfologia è caratterizzata da rilievi montuosi con orientamento prevalente dal mare verso l'interno ed alterna alle dolci colline tappezzate di uliveti i rigogliosi boschi che ricoprono gli aspri pendii montani solcati da vigorosi torrenti.
    Itinerario nel Parco del Cilento e Vallo di DianoGli insediamenti più remoti, in prevalenza nelle zone costiere, appartengono addirittura al paleolitico; prova ne sono i numerosi reperti ed utensili ritrovati sparsi nell'intera area.
    Tra il VII e il VI secolo a.C. furono i Greci a sbarcare sulle coste cilentane; I Sibariti, discendenti degli Achei, fondarono Posidonia: divenuta in epoca romana Paestum. Nello stesso periodo per mano dei Focesi, provenienti dall' Asia Minore, sorse Elea (poi divenuta la Velia romana).
    La proficua interazione tra Natura e Uomo ha modificato il territorio cilentano in un complesso sistema in cui gli ambienti ancora incontaminati sono incastonati tra città greche ed antichi centri storici, immensi uliveti terrazzati spesso a picco sul mare, castelli e casali, boschi maestosi, grotte e spelonche in cui aleggia ancora la presenza dei nostri antenati del Paleolitico.
    Tra l'altro il parco ha ricevuto nel 1998 un riconoscimento molto importante: l'inserimento, per la prima volta concesso ad un Parco mediterraneo, nella esclusiva lista dei siti appartenenti al Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO.
    Il sito che esercita maggior fascino all'interno dell'itinerario per il suo valore storico ed archeologico si snoda tra Paestum, con la sua vasta zona archeologica ed annesso museo e Velia, dove tra pozzi sacri, terme romane ed anfiteatri si ritrovano le origini di questi luoghi.

    Il parco inoltre è costellato da grotte; le più importanti sono quelle di Castelcivita dove sono state rinvenute tracce di insediamenti umani di epoche remote in un susseguirsi di gallerie, strozzature e pozzi; la grotta di S. Michele incastonata tra i faggi imponenti, le rocce a strapiombo, gli inghiottitoi ed i panorami mozzafiato sulle pendici dei Monti Alburni.
    Infine la grotta di Bussento, presso Morigerati, dove l'intera zona offre uno degli spettacoli più belli del Parco: una bellissima mulattiera lastricata in pietra ed in parte scavata nella roccia che, dopo una serie di tornanti in discesa, porta fino all'ingresso della grotta stessa.
    Itinerario nel Parco del Cilento e Vallo di DianoRisultano suggestivi i numerosi sentieri che si sviluppano tra i pendii e le valli del parco per la varietà e l'abbondanza di bellezze che il visitatore può incontrare; nei pressi della località Stio, evidenti sono le tracce della passata civiltà contadina tra gli spazi urbani, le abitazioni, gli orti, i terreni coltivati e a pascolo, i casolari rurali, il bosco di cerri, fino alla famosa Valle dei Mulini, caratterizzata con antichi mulini ad acqua.
    Irripetibile è il fascino irradiato dal borgo-fantasma di Roscigno Vecchio; abbandonato da circa un secolo, se ne conservano le testimonianze nel piccolo Museo Etnografico allestito nel paese e che ora torna ad animarsi grazie all'interesse per le radici e la cultura delle genti cilentane.
    L'oasi WWF di Persano che, sebbene di poco esterna all'area del parco nazionale, va menzionata in quanto è un ambiente molto noto ai naturalisti italiani. Estesa per 110 ettari, l'oasi è inserita in una vasta zona di circa 3.400 ettari, chiusa alla caccia dal 1977, sfrutta un invaso artificiale del fiume Sele. Il suo animale simbolo è la lontra, che si nasconde dentro il bosco di pioppi e salici lungo il fiume, ma sono presenti anche numerosi volatili e specie acquatiche.
    Risulta quindi facile nel Parco del Cilento e Vallo di Diano trascorrere una vacanza fuori dal tempo immersi in scenari irripetibili tra storia, cultura, natura e tradizioni che la gente di questi luoghi a saputo conservare e tramandare avendone ben chiaro in mente l'immenso valore.

    fonte campaniaonline

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