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  • Villa Jovis e Monte Tiberio, Capri

    Villa Jovis, la prima tra le 12 ville romane, eretta nel I sec. d.C. e scoperta nel 700 sotto Carlo di Borbone, domina il promontorio che va dalla punta di Grotta Bianca alla punta di Caterola, sovrasta la conca che degrada verso Cesina, con un'estensione di circa 7000 mq. Villa Jovis nacque come fortezza: al centro vi si trovavano delle cisterne per la raccolta delle acque piovane usate sia come acqua potabile che come riserva destinata alle terme. A valle delle cisterne esisteva un bagno con stufe, le terme appunto, articolate negli ambienti del frigidarium, tepidarum e calidarium ed un portico aperto. Ad est c'erano vari ambienti di rappresentanza e a nord l'alloggio dell'imperatore, isolato dal resto dell'edificio, ma collegato con rampe e gradinate al triclinio e alla loggia. Quest'ultima aveva un andamento rettilineo, era lunga 92 metri ed era destinata alla passeggiata e alla contemplazione del paesaggio. La vista spazia sul Golfo di Napoli dall'isola d'Ischia alla Punta Campanella.
    Dai resti della villa si possono notare almeno 2 fasi di stratificazione: la prima augustea, con l'uso di pietra calcarea ricoperta di opus reticolatum con intonaco e pitture, i pavimenti in mosaico di marmo a disegni semplici o in opus sectile, e la seconda visibile nei pavimenti ricoperti di lastre di marmo e pareti rivestite con mosaico di vetro.
    Esiste anche un collegamento tra la villa ed il faro. All'angolo nord-ovest la presenza di un pilastro e la spalla di un arco ne sono la conferma. Alto in origine 25 metri ed usato sia per le segnalazioni con la terraferma (fari analoghi si trovavano a Capo Miseno e Punta Campanella) sia come osservatorio astronomico. Svetonio narra che crollò, per un terremoto, pochi giorni dopo la morte di Tiberio. Venne poi ricostruito da Domiziano e funzionò fino al XVII secolo.
    L'aspetto odierno di Villa Jovis è il risultato di più scavi eseguiti tra il 1800 e il 1900. Numerosi reperti provenienti dalla villa sono andati persi, altri sono conservati al Museo Archeologico di Napoli, nella Chiesa di S. Stefano a Capri e nella Chiesa del SS. Salvatore. Le paste vitree (rosse ed azzurre) sono state utilizzate per la mitria e la collana di S. Costanzo.
    Tra le aggiunte architettoniche di Villa Jovis ricordiamo la Chiesa di S. Maria del Soccorso del 700 e le due batterie per uso di guardia.
    Come arrivare a Villa Jovis: da Piazza Umberto I, per le Vie Le Botteghe, Fuorlovado, Croce e Tiberio, o, sempre da Piazza Umberto I, percorrendo Via Longano, Via Sopramonte e Via Tiberio.
    Tempi: 45 minuti.
    fonte capri.net

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