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Quadreria dei Girolamini, Napoli
Storia del Museo
Oratorio di San Filippo Neri
La Chiesa dei Padri Girolamini, il cui appellativo deriva dalla sede romana dell'ordine fondato da San Filippo Neri, nel convento di San Girolamo alla Carità, fu eretta nel XVI secolo, su progetto dell'architetto toscano Giovanni Antonio Dosio, ed inaugurata nel 1619. Dopo il 1655 furono erette la cupola, poi demolita e ricostruita nel XIX secolo, e la facciata, ad opera del napoletano Dionisio Lazzari, quest'ultima quasi del tutto rifatta in marmi bianchi e bardiglio da Ferdinando Fuga nel 1780. Il complesso conventuale consta anche di due chiostri, dei quali il minore realizzato sempre dal Dosio, mentre quello monumentale, che cinge un esteso aranceto, fu disegnato da Dionisio Lazzari. Inoltre, alle cospicue e pregiate collezioni della biblioteca (contiene 60.000 fra volumi e opuscoli ed è ricca di manoscritti, incunaboli e preziose legature), ubicata in stupende sale settecentesche, si uniscono le raccolte dell'Archivio Oratoriano e dell'Archivio Musicale, il secondo fondo a Napoli per importanza, dopo quello di San Pietro a Majella.
LA QUADRERIA DEI GIROLAMINI
La quadreria dei Girolamini, statale ma affidata ai padri dell'Oratorio di San Filippo Neri, è sistemata in alcuni vani prossimi al chiostro monumentale. Secondo le antiche fonti, le raccolte furono accessibili al pubblico fin dalla sua prima istituzione, tra la fine del XVI secolo e l'inizio del XVII, collocate in sacrestia, dove rimasero fino al recente riallestimento museografico realizzato nel 1961. Dopo un lungo periodo di chiusura seguito al terremoto del 1980, la pinacoteca è stata riordinata e riaperta al pubblico nel 1995. Comprende , oltre ad un piccolo nucleo cinquecentesco di dipinti di ambito nord-europeo, importanti opere a tema sacro di scuole prevalentemente centro-meridionali, donate all'ordine da privati a partire dal XVI secolo. Nel nutrito gruppo di opere seicentesche, prevalgono le opere di corrente naturalista - Battistello, Ribera, Stomer- con qualche esempio classicistico e barocco sia di ambito napoletano che emiliano - Stanzione, Giordano, Gessi, Reni. Tra i dipinti settecenteschi ricordiamo alcuni bozzetti per affreschi eseguiti in chiesa di Francesco Solimena e di Ludovico Mozzanti. In occasione dell'ultima riapertura della quadreria nel 1995, sono state inserite nuove opere, tra cui si distinguono incantevoli terracotte di Giuseppe Sanmartino.
Quadreria dei Girolamini
L'importante Quadreria annessa al Convento dei Girolamini, accessibile al pubblico fin dalla fondazione della Casa nel 1586, si è accresciuta nei secoli grazie a donazioni e lasciti testamentari. Nel 1995 la riapertura al pubblico delle collezioni, organizzate secondo più moderni criteri museografici, ha restituito alla città un patrimonio immenso ed un importante tassello nel 'sistema museale' di Napoli.
Complesso dei Girolamini
l complesso convenutale dei Padri Girolamini, comprendente la chiesa ed il convento con due chiostri, fu fondato nel XVI secolo, su progetto dell'architetto toscano Giovanni Antonio Dosio. La facciata originaria, del napoletano Dionisio Lazzari, fu quasi del tutto rifatta in marmi bianchi e bardiglio da Ferdinando Fuga nel 1780. la chiesa ed altri ambienti del complesso conventuale sono attualmente chiusi per lavori di restauro. Molte delle opere sono state spostate e conservate nel convento. Agli importanti fondi della biblioteca, ubicata in stupende sale settecentesche, che contengono 60.000 fra volumi, opuscoli, manoscritti, incunaboli e preziose legature, si uniscono le raccolte dell'Archivio Oratoriano e dell'Archivio Musicale, il secondo fondo a Napoli per importanza, dopo quello di San Pietro a Majella. Nelle schede di presentazione degli oggetti artistici si danno le collocazioni tradizionali.
Seicento napoletano
La produzione artistica napoletana del Seicento è rappresentata sia in chiesa che in Quadreria da notevoli opere di artisti illustri appartenenti alle diverse correnti artistiche del secolo, da quella naturalistica a quella barocca. L’ambito caravaggesco è senz’altro quello rappresentato in modo più nutrito, con opere di Battistello Caracciolo (tra cui il “Battesimo di Cristo”); di Jusepe de Ribera (il “Cristo legato” e quattro “Apostoli”); di Mathias Stomer e di altri artisti che aderirono con diversi gradi di intensità al naturalismo di Caravaggio, la cui presenza a Napoli ne segnò le sorti artistiche per tutto il XVII secolo. Il forte consenso che il maestro lombardo seppe suscitare tra gli artisti coinvolge, secondo le critica, oltre gli aspetti meramente pittorici, anche una “causa sociale” e cioè una presa di posizione di denuncia delle condizioni di vita dei ceti più popolari, i cui volti sono spesso ritratti nei dipinti di matrice naturalistica.
Settecento napoletano
Il Settecento napoletano è documentato in diversi episodi artistici all’interno del complesso dei Girolamini. Oltre alle opere di pittura e scultura, conservate in chiesa e nella quadreria, tra cui si distingue il magnifico soffitto della Sala Vico della biblioteca, realizzato su disegno di Arcangelo Guglielmelli, con il tema centrale de “Il Trionfo della Fede sulle Scienze e Virtù”, spicca il monumentale rifacimento della facciata della chiesa, in marmo bianco e bardiglio, opera di di Ferdinando Fuga intorno al 1780. Tra i dipinti settecenteschi presenti in Quadreria si conservano alcuni bozzetti di Francesco Solimena (“Mosè” e “David”) e Ludovico Mazzanti (“Ozia punito davanti all’Arca Santa” e “La cacciata di Eliodoro dal tempio”) per affreschi poi eseguiti in chiesa, ed alcune sculture, come il ritratto in terracotta di San Filippo Neri, eseguito da Giuseppe Sanmartino, forse un modello per una scultura in argento. Lo scultore svolse un’intensa attività per i Padri dell’Oratorio di San Filippo Neri, realizzando le statue dei Santi Pietro e Paolo sulla facciata della chiesa (1775 -76); i gruppi scultorei per il portale (1776 – 92), e gli splendidi angeli reggicandelabro del presbiterio (1787).
Classicimo seicentesco
Nel nutrito gruppo di dipinti seicenteschi, anche le correnti del Classicismo e del Barocco sono splendidamente rappresentate. Oltre alle opere esposte in chiesa ed in sacrestia, in Quadreria si conserva la celebre “Fuga in Egitto” di Guido Reni, che fu presente a Napoli due volte nel 1612 e nel 1622. La venuta in città del maestro bolognese, personalità di spicco del classicismo seicentesco e di prodigiosa inventiva, fu feconda di echi duraturi. La ricerca di una pittura depurata di ogni asprezza naturalistica, tesa a testimoniare l’idea del Bello ideale, ma animata da una espressività vitale, vide l’adesione di artisti emiliani e napoletani. Nella pinacoteca dei Girolamini si conservano opere appartenenti a questa corrente, come la “Madonna col Bambino” su rame di Elisabetta Sirani, e diversi dipinti di Massimo Stanzione.
Ambito nord-europeo
Alcuni quadretti cinquecenteschi su rame o tavola costituiscono un nucleo ben distinto della Quadreria. Si tratta di oggetti di ambito nord-europeo, provenienti da un gusto legato a forme di pietà privata, come frutto delle scelte devozionali dell'aristocrazia napoletana. Tra questi si segnala il “San Girolamo nello studio”, replica di una celebre incisione su rame di Albrecht Dürer, e la “Testa di Sant’Anastasio”, replica da Nicolas Froment, realizzata su rame agli inizi del Cinquecento, inserita nel percorso espositivo in occasione della riapertura della Quadreria nel 1995.
Nella foto:
G.B. Caracciolo, Battesimo di Cristo
è uno dei capolavori della Quadreria, un'opera del 1610 circa, capitale per lo sviluppo del suo autore, fino a pochi anni prima ancora di esperienza tardo-manierista sotto l'influsso di Belisario Corenzio. La capacità di riproporre con forza autonoma figure , concentrazione psicologica, effetto bruciante luce-ombra, severità della scena e novità dell'invenzione, è propria di un grande artista nel momento di una rivelazione, che loconverte da un vecchio modo di fare pittura ad uno nuovissimo. (Roberto Middione 1995)
informazioni e fonte: http://girolamini.napolibeniculturali.it/
QUADRERIA DEI GIROLAMINI
Via Duomo, 142 - Napoli
Tel. 081.294444
Orari visita:
tutti i giorni dalle 9:30 alle 12:30
escluso festivi
ingresso gratuito
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