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EDOARDO BENNATO AL RAVELLO FESTIVAL, 5 agosto 2009, Ravello
Nel segno della multidisciplinarietà e del coraggio, il Ravello Festival ospita la grande musica d'autore. A salire sul palco del Belvedere di Villa Rufolo, il 5 agosto alle 21.45 sarà Edoardo Bennato. Il più famoso one man band campano sarà accompagnato dal Quartetto d'Archi Flegreo (Simona Sorrentino e Fabiana Sirigu, al violino, Luigi Tufano alla viola e Marco Pescosolido, al violoncello). Il cantautore partenopeo porterà in scena vecchi e nuovi successi della sua ormai più che trentennale carriera. In scaletta La Luna, canzone scritta in onore dell'allunaggio, del quale quest'anno ricorre il cinquantenario; Un Giorno Credi, Capitano Uncino, In fila per tre… (assicurati molti brani in acustico). Tutto mentre è in cantiere un album, che dovrebbe uscire in concomitanza col 150esimo anniversario dell'unità d'Italia (alcuni dei nuovi brani sono visionabili su YouTube). Un ultimo lavoro che, se è possibile, si annuncia più forte e provocatorio degli altri. Non farti cadere le braccia: il titolo dello spettacolo portato a Ravello, non solo un ritorno alle origini, ma anche la sintesi della filosofia di vita che ha sempre accompagnato la carriera dell'Edo nazionale. Sicuramente un genio contemporaneo, uno stravagante e per certi versi incompreso menestrello, un uomo che ha dato voce all'utopia e che ha prodotto indelebili graffi alla coscienza collettiva e al quieto spirito benpensante del nostro paese. Se, negli ultimi anni, alti lai si sono levati dai suoi ammiratori per denunciare il suo presunto decadimento, è pur vero che il suo passato di cantautore appartiene alla storia della musica italiana, avendo raggiunto livelli artistici difficilmente eguagliabili nel campo della produzione cosiddetta leggera. Bennato ha infatti creato un universo poetico-sonoro del tutto originale, che lo pone a distanza dai molti musicisti che hanno calcato le italiche scene. I suoi esordi sono corrosivi, a partire da quell'album acido e "antimusicale" che è I buoni e i cattivi. Un vertice, (contenente la spregiudicata In fila per tre e la splendida Un giorno credi), nel suo denso ribellismo mai velleitario ma già disincantato.
Non farti cadere le braccia? "Nel testo di questa canzone è espresso il mio concetto di coraggio, inteso come quotidiana lotta per la sopravvivenza. Parlo, cioè, del coraggio che ci vuole per "parare" gli intoppi della vita. – spiega Bennato - Secondo il mio modo di vedere, i veri eroi sono quelli che non conosciamo. Tutte le persone che magari, lavorando nell'ombra, hanno la forza e la voglia di osare, di proporre le idee al di là della morale comune e dell'ovvio senso del pudore. Da tempo sostengo che nei calendari, non dico al posto dei santi ma almeno insieme ad essi, si dovrebbero celebrare tutti quelli che, con il coraggio delle proprie azioni, hanno reso migliore l'esistenza dell'umanità intera."
Mercoledì 5 agosto, Villa Rufolo, ore 21.45
Passeggiate Musicali NON FARTI CADERE LE BRACCIA - EDOARDO BENNATO voce, chitarra, armonica
Quartetto d'Archi Flegreo
fonte ravellotime
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