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  • L' Ultima Scoperta Di Ercolano

    Un nuovo rilievo marmoreo con scene dionisiache è venuto alla luce a Ercolano il 18 febbraio 2009 durante i lavori di manutenzioneordinaria in un lussuoso edificio residenziale solo in parte scavato nella cd. Insula nord-occidentale.
    Il rilievo era inserito a 2 metri di altezza dal pavimento nel rivestimento in intonaco dipinto della parete est di una grande sala decorata in IV Stile. Nel 1997 un analogo rilievo, sempre di ambientazione dionisiaca, era stato messo in luce e distaccato dalla parete sud di questa stessa stanza, ove era inserito nel medesimo modo e alla stessa altezza dal pavimento.
    Sulla destra del rilievo, in marmo greco, sono una Menade danzante e una divinità maschile barbata, probabilmente Dioniso. Sulla sinistra, davanti a una statua arcaistica di Dioniso con il kantharos, sono invece due figure in abiti femminili, l'una giovanile e l'altra adulta, quest'ultima con una mano sulla spalla della prima in segno di protezione. Problematico appare l'oggetto nelle mani del personaggio giovanile: un arnese o una fiaccola, forse in rapporto con un particolare rituale.
    Non è chiaro se vi sia un nesso narrativo fra le due distinte scene in cui è articolato il rilievo, realizzato da una bottega neoattica intorno alla prima metà del I sec. d.C, o se si tratti piuttosto di un pastiche in cui appaiono mescolati o rielaborati motivi e scene di argomento dionisiaco, che certo rispondevano a una precisa scelta del committente, il quale aveva prediletto questo tema anche per la parete sud della stanza. L'uso di inserire rilievi di marmo (typoi) nella decorazione parietale diventa particolarmente di moda nel mondo romano a partire dal I sec. a.C., quando una committenza ricca e colta si rivolge al mercato antiquario per procurarsi originali o copie delle opere d'arte greca da utilizzare come ornamenti di prestigio nelle proprie dimore. Esemplare a questo proposito è un passo di una lettera del 67 a.C. (ad Attico, I, 10, 3) in cui Cicerone si rivolge all'amico per commissionargli l'acquisto di due puteali scolpiti e di rilievi di marmo da inserire appunto nel rivestimento pittorico dell'atrio della sua villa tuscolana.
    Il recente rinvenimento ha permesso di documentare compiutamente per la prima volta la tecnica impiegata per procedere all'incasso del typos nel muro: il paramento in opera reticolata era stato scavato per una profondità di 5 cm e in questa sorta di nicchia il rilievo era stato alloggiato senza far uso di malta, ma con il sostegno di due grappe di ferro su ciascuno dei lati lunghi (m 1,08) e di una sola grappa sui lati corti (m 0,54), questi ultimi privati della cornice; con l'intonaco dipinto erano poi stati perfettamente rivestiti bordi.
    fonte pompeiisites

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