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  • Il borgo di Àlbori, Vietri sul Mare (SA)

    Un bianco avamposto di paradiso. Àlbori è una miniatura dell'eterno richiamo del Mediterraneo.
    Un grumo di case colorate di fronte al mare, addossate le une alle altre e strette tra viuzze e vicoletti, costruiti in base alla strategia difensiva degli arabi, che si interrompono in uno slargo dove, ancora oggi, la sera, si ritrovano gli abitanti.
    Le donne recitano il rosario, gli uomini si raccontano la giornata, la brezza marina placa i dolori, il cielo si riempie di stelle.
    Se l'infedeltà alle forme, alle armonie, ai colori del Mediterraneo è grande nella caotica Vietri e, purtroppo, in molti punti della pur bella costa amalfitana, qui ad àlbori, in posizione più appartata, a 300 metri di altitudine, si respira l'aria dei tempi antichi.
    Lo sguardo non abbraccia oscenità e incuria ma le verdi pendici del Monte Falerzio, dov'è bello passeggiare tra cappelle votive dedicate ai santi protettori e panorami di Campania felix che includono sempre l'infinito azzurro del Tirreno.
    E marinara è sicuramente l'origine del borgo, come testimonia l'attuale Marina di àlbori. Probabilmente gli abitanti, terrorizzati dai continui blitz dei pirati saraceni, decisero di rifugiarsi più a monte dove costruirono l'attuale borgo, protetto dall'abbraccio del Monte Falerzio. Gli edifici in pietra e calce, sormontati dalle caratteristiche tegole napoletane, sono stati oggetto di studio da parte di numerosi architetti. Il nuovo paese, infatti, ha mantenuto l'architettura mediterranea originaria, con case a volta dai colori decisamente vivi, che servivano a farle riconoscere da lontano ai propri abitanti quando, ottimi naviganti, si allontanavano da esse o vi si riavvicinavano dopo lunghi periodi trascorsi in mare. Nel periodo invernale, quando la navigazione non era possibile, gli abitanti si dedicavano all'agricoltura, coltivando quel poco di terreno che riuscivano a strappare alla montagna. La felice combinazione di mare e monte è dunque la caratteristica di àlbori, che non è nemmeno priva di tesori d'arte. Nella piazza sorge la chiesa dedicata a Santa Margherita, giovane martire di Antiochia, al cui interno si possono ammirare pregevoli affreschi di scuola napoletana, di cui fu esponente illustre il decoratore barocco Francesco Solimena (1657-1747). Siamo, come diceva Goethe, nella terra dove fioriscono i limoni, che qui hanno sapore e profumo speciali (si chiamano "sfusati") e danno il classico limoncello della Costa di Amalfi. Il piatto del borgo: il menu caratteristico prevede le penne "alla cuppitiello" (con salsa di verdure di stagione), le pietanze a base di pesce insaporite da succo di limone amalfitano, le "palle di ciuccio", caratteristiche crocchette di patate agrodolci. Il tutto accompagnato da vini di produzione locale.
    fonte borghitalia

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